Magdi Cristiano Allam e la sua Terza guerra mondiale

dic 13, 2015 No Comments by

ROMA – Chi lo avrebbe mai detto che a difendere le tradizioni cattoliche del nostro Paese sarebbe stato un egiziano convertito. Eppure sono in tanti che lo vorrebbero morto (e non solo in senso metaforico) a causa delle sue dure prese di posizioni contro il radicalismo islamico, dopo la sua conversione al Cattolicesimo, avvenuta durante la veglia pasquale del 22 marzo del 2008 direttamente da Papa Benedetto XVI, che in quella occasione somministrò il Battesimo e gli altri due sacramenti della iniziazione cristiana (Confermazione e Comunione).

Magdi Allam battezzato da papa Ratzinger

Magdi Allam battezzato da papa Ratzinger nel 2008

Da quel momento assunse il nome di Magdi Cristiano Allam. È in Italia dal 1972, anno in cui vinse una borsa di studio indetta dal governo italiano e si laurea in sociologia all’Università “La Sapienza” di Roma. Poi una strepitosa carriera nella carta stampata, dove firma editoriali per “Il Manifesto”, passando per “La Repubblica”, fino ad approdare al “Corriere della Sera”, cattedrale del giornalismo nazionale, dove ha ricoperto la qualifica di “vicedirettore ad personam”. Con i suoi articoli e con le sue inchieste Allam entra in rotta di collisione con molte organizzazioni islamiche, e condannato per apostasia dai terroristi della Jihad. Poi è arrivato l’impegno politico e una poltrona di deputato Europeo con l’Udc. Ma è un percorso ad ostacoli quello nella politica perché è in parte osteggiato da una sorta di ostracismo legato alle sue battaglie ideologiche che rendono la sua presenza scomoda e conflittuale con quelli che sono gli interessi legati ai partiti e alle lobby di potere. Dal 2013 prende le distanze dalla Chiesa, “colpevole” di incarnare quelli che sono tutti i mali della natura umana con quelle che sono le contraddizioni più stridenti nell’ambito di una logica religiosa turbata, che vuole ad ogni costo mostrarsi “moderna”, ma solo in apparenza, rispetto a quelli i veri problemi di un mondo sempre più globalizzato e avido di potere e di denaro. Una Chiesa che, secondo Allam, è troppo esposta alle insidie delle moschee come luogo di culto, all’apertura indiscriminata delle frontiere fino alla legittimazione dei clandestini.

Conduce quella che ormai considera la sua “battaglia” contro l’Islam pubblicando libri e articoli con giudizi severi e argomentati nonché scomodi nei confronti del mondo islamico che gli sono valse condanne giudiziarie in sede penale e civile, con risarcimenti finanziari che stanno mettendo a dura prova la sua stessa sussistenza economica, divenuta maldestramente precaria per l’accanimento dei suoi detrattori che, pur di zittirlo, cercano di portarlo sul lastrico a suon di denunce per diffamazione.

È nata persino l’associazione “Amici di Magdi Cristiano Allam”, che si impegna di raccogliere fondi da destinare a tutti coloro che sono vittime di quello che lui stesso definisce il «ricatto del denaro».amici_magdi_allam

La lista di coloro che sono diventati suoi nemici giurati è lunga, e fra le questioni più spinose che hanno avuto maggiore risonanza c’è la condanna nel 2011 per risarcire con una somma di 38 mila euro il politico e ideologo tunisino di orientamento fondamentalista Rashid al-Ghannushi vittima, secondo il tribunale di Milano, del reato di diffamazione; così come nel caso del presidente della Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia) Ezzedin Elzir, anche lui vittima nel 2012, sempre per il tribunale di Milano, di dichiarazioni lesive al seguito di alcuni comunicati stampa nei quali, il giornalista di origine egiziana, avrebbe avvertito e quindi interpretato posizioni discriminatorie, dell’organizzazione che offre servizi ai musulmani in Italia, nei confronti di Israele a favore di Hamas. Per questo, nel gennaio scorso, la sentenza della corte d’appello di Milano ha confermato la condanna di primo grado nei confronti di Magdi Cristiano Allam, e quindi il risarcimento di 18 mila euro nei confronti della Ucoii, che già nel 2011 era riuscita a spuntarla contro Allam, per una sentenza del tribunale di Jesi che ammetteva l’insussistenza di una presunta minaccia di morte lanciata a suo tempo nei confronti del coriaceo e impavido sostenitore dell’esistenza di un islam perverso e violento.magdi_allam_censurato

Contro Magdi Cristiano Allam è sceso in campo persino l’Ordine nazionale dei giornalisti italiani che, stabilendo un autentico primato per la categoria, ha comminato un procedimento disciplinare per “islamofobia”.libro_islam_siamo_in_guerra

Nel suo ultimo libro dal titolo inquietante, “Islam, siamo in guerra”, edito da “Il Giornale” il giornalista e scrittore descrive il Corano come una sorta di subdolo “trattato” di guerra contro i cristiani. Un saggio sociopolitico che scandisce con una scrupolosa analisi critica quelli che sono i risvolti di un islam radicale che nasconde fra i testi sacri di Maometto una serie di tremendi castighi nei confronti di coloro che si macchiano delle più svariate forme di infedeltà nei confronti di Allah.

I dieci capitoli dell’ultima opera letteraria di Allam sono una disamina del fenomeno religioso musulmano, condito di riflessioni e di interpretazioni che sono il distillato di un pensiero maturato dopo anni di credo islamico e di approfonditi studi sull’analisi semantica del Corano e delle sue valutazioni ideologiche nella formazione delle coscienze del suo proselitismo.

Valutazioni, quelle di Magdi Cristiano Allam, che inducono ad una riflessione meno ideologica di quanto si possa fare normalmente se consideriamo le morti innocenti delle stragi francesi per mano di un gruppo di balordi dell’estremismo islamico e le tiepide reazioni di una ristretta fetta di musulmani residenti in Italia.

Magdi Cristiano Allam è profetico quanto perentorio nel suo primo capitolo che intitola “La Terza guerra mondiale”. Prende spunto dalla predica di Papa Francesco del 17 agosto del 2014 in cui il pontefice parla di una guerra mondiale «combattuta a pezzetti, a capitoli». L’esempio di una Roma blindata è la fotografia di quanto sia alto il rischio durante il Giubileo della Misericordia e di quanto oggettivamente l’Italia sia il paese più esposto al rischio del terrorismo islamico.

Il “grido di allarme” di Allam non trova terreno fertile in una politica che sembra brancolare letteralmente nel buio nonostante la percezione di insicurezza largamente diffusa fra i cittadini di ogni città.

Si legge fra le righe: «I nostri governanti hanno fatto dell’Italia l’unico Stato al mondo che investe le proprie risorse per favorire l’auto-invasione di clandestini».barcone_migranti

E ancora: «L’esponente del Pd Federica Mogherini, a cui hanno concesso la carica di Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esterni e la politica di sicurezza, proprio perché non conta nulla, è arrivata a sostenere sul Foglio del 26 giugno 2015 che “una politica di accoglienza seria ed efficace è un modo concreto di combattere il terrorismo”»!

Ma è anche vero che le politiche di accoglienza e quelle di integrazione non risolvono la minaccia terroristica islamica che sempre più spesso si annida proprio nelle città e nei paesi che hanno dato i natali agli stessi terroristi che si sono convertiti in Europa alla Jihad. Infatti, i tre uomini che si fecero saltare in aria il 13 novembre scorso dopo che fecero irruzione in pieno concerto al Bataclan di Parigi, armati di kalashinikov (uccidendo nel giro di pochi minuti 130 persone innocenti tra cui l’italiana Valeria Solesin e ferendone più di treecento) erano cittadini europei.

Attacks in Paris

Alcuni corpi riversi a terra dopo la strage di Parigi del 13 novembre scorso

Uno dei tre, Sami Amimour, nato il 15 ottobre del 1987, era parigino. Già noto ai servizi segreti e alla giustizia francese che lo aveva sottoposto a controlli dopo un suo viaggio in Siria nel 2013. Si era persino addestrato all’uso delle armi da fuoco in un poligono affiliato alla polizia. L’altro era Ismail Omar Mostefai, 29enne francese di Courcouronnes, condannato più volte per spaccio di stupefacenti e da un anno sotto stretto controllo dell’intelligence transalpina. L’ultimo identificato è Foeud Mohamed Aggad, 23 anni, nato a Strasburgo da una famiglia marocchina.

Nel libro di Magdi Cristiano Allam c’è scritto qualcosa che impone al lettore una riflessione: «Sono questi occidentali filo-islamici il cavallo di Troia che minaccia dall’interno la nostra civiltà, i migliori alleati degli islamici, perché sfruttano i diritti accordati loro come cittadini per distruggere il nostro sistema di valori e di regole».

Quello che vuole insinuare lo scrittore nel suo libro è una nuova coscienza popolare che induca l’Occidente a comprendere che è l’Islam la radice del male e che non esiste, quindi, un “Islam moderato”. «Sta al governo indicare la scelta strategica, che non può che essere una dichiarazione di guerra al terrorismo islamico, a partire da quello dello “Stato islamico” dell’Isis che ci ha già bollato come il nemico “crociato”». Poi incalza i toni affermando:«Cosa aspetta il capo dello Stato a convocare il Consiglio Supremo di Difesa, l’organo preposto a gestire una situazione che lo stesso Alfano ha più volte definito di “massima allerta”? Cosa si aspetta a imporre un blocco navale a ridosso delle nostre acque territoriali, visto che i terroristi dello “Stato islamico” dell’Isis stanno a 300 chilometri dalle nostre coste, hanno già proclamato che “dopo la Libia toccherà a Roma”, hanno già minacciato che qualora l’Italia dovesse intervenire militarmente in Libia ci invaderanno con 500 mila clandestini adeguatamente selezionati da loro?».

Punti di vista e considerazioni personali, quelli di Allam, ma condivisibili, che hanno comunque una drammatica radice di verità, soprattutto se consideriamo il dilemma per cui è vero che non tutti i musulmani sono potenziali terroristi, ma i fatti efferati di cronaca certificano che tutti i terroristi protagonisti di stragi e decapitazioni sono di religione musulmana.radicalismo_islamico_corano

Sembrerebbe che il rifiuto del modello di vita occidentale sia alla base del conflitto religioso che sta segnando tragicamente questo momento storico a livello planetario. Non possiamo fare a meno di considerare quanto è riportato nel capitolo “Homo islamicus” nel quale si sottolinea il concetto di superiorità antropologica dell’uomo islamico attraverso quanto sancito da Allah nel Corano. Si riporta il discorso tenuto il 21 maggio 2014 in Turchia da Nail Olpak, presidente del Musiad (Associazione industriali e uomini d’affari), il quale sottolinea le differenze fra “l’Homo economicus”, ossia il protagonista del modello economico moderno, che corrisponde agli “altri”, e “l’Homo islamicus, che veniva presentato come la realtà antropologicamente vincente perché migliore.

Scrive Allam: «Intervenendo a un congresso sulla finanza islamica a Istambul, Olpak ha sostenuto che “l’Homo islamicus” è la soluzione ai problemi dell’economia moderna. Secondo il leader della più importante associazione degli industriali e imprenditori conservatori turchi, l’economia mondiale rinascerà grazie all’adesione ai principi incarnati dall’ “Homo islamicus”, portando giustizia e misericordia in un sistema economico “corrotto”».

Non si può negare che l’affermarsi in Italia di un certo atteggiamento ultraradicale della rappresentanza musulmana desti pareri contrastanti per non dire critici in una popolazione rappresentativa per quanto riguarda la storica vocazione al cattolicesimo della Chiesa di Roma. La polemica divampata sulla rimozione dei simboli cristiani dalle scuole italiane, come il crocifisso e il presepe, è una conseguenza della subdola quanto aggressiva pressione di organizzazioni musulmane e di alcuni rappresentanti politici di religione islamica eletti negli ultimi governi nazionali. Molto spesso la percezione che dietro la parola “integrazione” si celi una vera strategia per l’affermazione del radicalismo islamico è palese e spesso subita come una minaccia.ragazze_musulmane_no_guerra_si_moschee

La distruzione di statue, pietre tombali e crocifissi violati dalla furia jihadista nelle devastazioni dell’antica città di Hatra, del sito archeologico di Nimrud, quello di Sufi a Tripoli e dei bassorilievi del monastero di San Giorgio vicino a Mosul la dicono lunga sulla violenza integralista della sharia, la legge islamica, così come precisa Magdi Cristiano Allam, quando snocciola quelli che sono alcuni versetti che sono raccolti nella Sunna e nella Sira, i due testi riconosciuti come autentici dai musulmani.

In un clima di incertezza politica e di crisi democratica sempre più pressante, emerge, oltre alla paura di attentati nelle nostre città, un conflitto inquietante legato alla difesa della nostra identità, della nostra storia e della nostra cultura. In un paese come l’Italia in cui sono ormai milioni gli immigrati musulmani, senza contare quelli clandestini, diventa sempre più scomodo gestire il gigantesco problema (sempre più conflittuale) del rapporto con l’islam. Con troppa ed eccessiva disinvoltura viene usato il termine “islamofobia” come forma di censura polemica alla richiesta di chiarezza e di sicurezza che sempre più spesso si solleva fra la popolazione delle nostre città.

Esiste un dato oggettivo che dovrebbe farci riflettere, in Europa come in Italia. Se è vero che fra i 500 milioni di abitanti europei solo una quota pari al 15 per cento di tutta la popolazione ha un’età minore di 30 anni, mentre, al contrario, la stessa quantità di popolazione che vive nella sponda mediorientale del Mediterraneo, circa il 70 per cento, ha meno di 30 anni e di religione musulmana, è assai facile intuire che in un prossimo futuro gli europei saranno destinati ad essere sopraffatti demograficamente e quindi ideologicamente colonizzati dagli islamici.

Se persino la matematica rischia di diventare un’opinione per gli ingenui strateghi dei nostri giorni, tanto vale cominciare a trovare una valida alternativa a questa Europa.

Massimo Manfregola

13/12/2015

Twitter: #masman007

Follow us on: https://www.facebook.com/MasmanCommunication

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Articoli correlati:

https://www.masman.com/communications/francia-in-guerra-prende-contromisure-per-attacco-chimico/?lang=it

https://www.masman.com/communications/masmanintelligence-lancia-lallarme-roma-i-5-nominativi-sospetti-ricercati-dalla-polizia/?lang=it

https://www.masman.com/communications/manfregola-destino-dellitalia-segnato-serva-bruxelles-preda-dellisis/?lang=it

https://www.masman.com/communications/manfregola-in-libano-missione-militare-italiana-addestra-forze-armate-locali-contro-ogni-tipo-attacco-esterno/?lang=it

https://www.masman.com/communications/litalia-nel-mirino-dei-terroristi-dellisis-minacce-dagli-jihadisti-boko-haram/?lang=it

Edit

Dossier, Life Style, Mostre & Eventi, Primo Piano, Turismo, Arte e Cultura, War Games

About the author

Massimo Manfregola è un giornalista con esperienze nel campo della comunicazione della carta stampata e della televisione. È specializzato nei settori del giornalismo motoristico, con una particolare passione per l’approfondimento di tematiche legate all’arte e alle politiche sociali.
No Responses to “Magdi Cristiano Allam e la sua Terza guerra mondiale”

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.

Masman Communications © 2014 - 2023 di Massimo Manfregola - Tutti i diritti riservati - Le foto presenti su www.masman.com sono state in larga parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo. Note Legali