Summit in Afghanistan fra le alte cariche istituzionali e nostri vertici militari

mag 04, 2015 No Comments by

 HERAT (AFGHANISTAN) – Nella giornata di ieri, il Chief Executive della Repubblica Islamica dell’Afghanistan dott. Abdullah Abdullah, ed il nuovo Governatore della Provincia di Herat  Mohammad Asif Rahimi, hanno fatto visita al Training Advise Assist Command West (TAAC W), il comando multinazionale a guida italiana attualmente composto dai militari della Brigata alpina “Julia” ed MLF (Multinational Land Force).

Michele RISI e il capo dell'esecutivo del governo afghano Abdullah Abdullah

il Generale di Brigata Michele RISI e il capo dell’esecutivo del governo afghano Abdullah Abdullah

Le autorità afgane sono state accolte presso l’aeroporto di Herat dal Comandante del TAAC W, Generale di Brigata Michele Risi: le autorità hanno quindi avuto un colloquio incentrato sulle sfide che attendono il governo afghano e la missione Resolute Support nell’area di Herat. Erano presenti all’incontro il Comandante del 207° Corpo dell’ Afghan National Army (ANA) Gen. Jahid, ed il Comandante della Polizia Provinciale di Herat, Gen. Roozi.

Al termine dell’ incontro, il dott. Abdullah Abdullah e il dott. Rahimi  si sono complimentati con il Generale Risi ed i suoi colleghi afghani per gli ottimi risultati conseguiti nel campo della sicurezza dell’area e dello sviluppo delle Forze Armate e di Sicurezza locali.

La missione Resolute Support, che ha una durata di dieci anni, si basa su due accordi siglati con la Nato e con gli Usa. Può contare su 13 mila uomini messi a disposizione dalla Nato e da altre 14 Nazioni con il compito di formare 350 mila uomini delle forze di sicurezza afghane.5herat_3_5_2015

Dal 2009 l’Italia ha schierato in Afghanistan circa 4000 uomini. Il piano di smobilitazione delle Forze armate italiane, rientra nel processo irreversibile del piano di riconversione afghano, che prevede un processo di transizione di supporto alle Forze di sicurezza afghane, chiamato con l’acronimo SFA (Security Force Assistence), dopo un lungo processo durato 12 anni, cominciato con una parte dinamica e cinetica (bellica), e che ha lasciato sul campo ben 53 vittime italiane e numerosi mutilati fra i nostri militari. Tutto questo a seguito del Summit di Lisbona del 2010, dove i capi di Stato e di Governo approvano il nuovo Concetto strategico dell’Alleanza Atlantica, che prevede per l’Italia il ritiro di tutti i militari della Forze armate entro il 31 dicembre di quest’anno che volge al termine, mentre è previsto l’invio di 200 addestratori per formare le forze armate e la polizia afghana.

La situazione politica in Afghanistan vive ancora un momento di stallo e all’orizzonte non si intravede una risoluzione che possa finalmente offrire stabilità ad un Paese che da 36 anni (ai tempi in cui ci fu l’invasione sovietica) fa i conti con una serie di conflitti che hanno seminato morti, terrore e dolore. Inoltre, l’insediamento del nuovo governo di Kabul nel settembre dello scorso anno, con a capo l’economista Ashraf Ghanin, non è riuscito a dare quello slancio propulsivo che ci si aspettava. I conflitti interni con  Abdullah Abdullah, avversario sconfitto nelle presidenzialie oggi capo dell’esecutivo, non giocano a favore di una convergenza di quelli che sono gli interessi del Paese.

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