Con una nuova sede legale in Olanda, nel 2015 il brand Ferrari sarà sui listini della borsa di New York

dic 11, 2014 No Comments by
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Salone dell’Auto di Torino 1967: si notano Enzo Ferrari e Gianni Agnelli

ROMA – Enzo Ferrari non avrebbe mai pensato ad una Ferrari con sede in Olanda. Oggi più che mai, questo presagio si fa sempre più concreto perché in un mondo sempre più stereotipato dal business e dalla finanza non c’è più spazio per i sentimentalismi. Se a questo si aggiunge un’Italia che ha perduto credibilità su ogni fronte con un debito pubblico in caduta libera e una politica economica ridotta a brandelli e senza futuro, il dado è tratto. Segno tangibile dei tempi che cambiano e di un’era, quella romantica e un po’ ruspante tracciata da Enzo Ferrari, fatta di accordi siglati davanti ad un piatto di tortellini emiliani e un bicchiere di lambrusco, ormai passata definitivamente ai libri di storia.

Fa un certo effetto essere testimoni di un processo economico capace di fagocitare storia e tradizioni in un sol boccone, e vedere una Scuderia Ferrari schiava delle leggi di mercato, secondo un copione che il suo fondatore si guardò bene dall’affrontare agli inizi degli anni ’60 del secolo scorso, quando pur essendo in riserva di ossigeno a causa dei costi di produzione per le sue Gt che erano notevolmente lievitati, rifiutò l’offerta della Ford americana che avrebbe acquistato il 50 per cento della Casa di Maranello. Alla umiliazione di privare il Cavallino Rampante del passaporto italiano, preferì un accordo scomodo con la Fiat di Gianni Agnelli, che nel 1969 acquistò il 50 per cento delle quote Ferrari.

Oggi la Fiat di Sergio Marchionne possiede il 90 per cento della Ferrari (il 10 per cento è ancora nelle mani di Piero Lardi, erede del Drake). La Fiat Chrysler Automobiles (FCA) vuole sfruttare al meglio il marchio Ferrari che al mondo rappresenta il brand più blasonato, persino più di quello Apple. Per questo il consiglio di amministrazione della FCA ha deciso che nel 2015 la Ferrari sarà scorporata dal resto gruppo di cui fanno parte i marchi Fiat, Ferrari, Maserati, Alfa Romeo, Lancia, Chrysler, Dodge, RAM, SRT, Mopar, e Jeep. Potrebbe avere una nuova sede legale in Olanda (proprio come la FCA) e posizionarsi sul listino della borsa di New York e in una borsa europea per il 10 per cento delle azioni del valore di circa un miliardo di euro e trasferendo il restante 80 per cento di sua proprietà agli azionisti di FCA (tra i quali c’è Exor S.p.A. la holding della famiglia Agnelli che controlla il 30 per cento della società Fiat-Chrysler).

Dalla intricata matassa di operazioni finanziarie, l’amministratore delegato della FCA Sergio Marchionne ha riferito agli analisti che il gruppo prevede di “distillare” circa quattro miliardi di euro, che serviranno a finanziare una parte dei 48 miliardi di euro di investimenti che FCA aveva annunciato nel maggio scorso, in occasione della presentazione del piano industriale fino al 2018. Sembrerebbe che il ricavato dell’operazione (quattro miliardi appunto) dovrebbe servire al rilancio della produzione Alfa Romeo negli stabilimenti di Cassino, dove sarà costruita la nuova berlina Alfa Romeo Giulia, e quello di Mirafiori, dove dalla fine del 2015 verrà prodotto il SUV Maserati Levante.
Massimo Manfregola

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Massimo Manfregola è un giornalista con esperienze nel campo della comunicazione della carta stampata e della televisione. È specializzato nei settori del giornalismo motoristico, con una particolare passione per l’approfondimento di tematiche legate all’arte e alle politiche sociali.
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